La mia storia

Piacere, sono Lisa e svolgo la professione di Psicologo, Mediatore Familiare e Psicoterapeuta a Pistoia, città toscana nella quale sono nata e vissuta fino ad oggi.

Nel 2004, mi laureo in Psicologia ad indirizzo in “Psicologia del lavoro e delle organizzazioni” (secondo il vecchio ordinamento) con una tesi sperimentale intitolata “La competenza comunicativa: efficacia e soddisfazione nella formazione”.

Nel 2006, presso la facoltà di Psicologia dell’ateneo fiorentino, conseguo i seguenti percorsi: il master universitario in “Psicologia per la valutazione e la valorizzazione delle risorse umane”, organizzato dal professor Vincenzo Majer; il corso di perfezionamento in “Psicologia dell’orientamento e career planning: bilancio di competenze, relazione d’aiuto, counseling e coaching”, a cura della professoressa Annamaria Di Fabio.

Dal 23 giugno 2007 sono iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n° Albo 4518 – Sezione A) e sono autorizzata, ai sensi della Legge 18 febbraio 1989 n. 56, ad esercitare nel ruolo di Psicologo Psicoterapeuta.

Inizio la professione di Psicologo del Lavoro, occupandomi prevalentemente di orientamento (individuale e di gruppo) nella formazione e di valutazione rischio Stress Lavoro Correlato (SLC) nelle aziende, svolgendo in entrambi i casi prestazioni professionali nell’interesse di varie Agenzie Formative del territorio toscano. In parallelo alla mia attività lavorativa, mossa da un particolare interesse verso situazioni di conflitto (quali crisi, rotture nelle relazioni, separazioni, lutti, etc.) emerse, frequentemente, attraverso il disagio di molti adolescenti con cui mi sono trovata a interagire nei percorsi di orientamento nelle scuole, integro il mio piano di studi conseguendo prima, nel 2008, l’attestato in “Consulenza tecnica e perizia psicologica”, poi, nel 2009, il diploma in “Mediazione familiare”, entrambi secondo l’approccio sistemico – relazionale presso l’Istituto di Terapia Familiare di Firenze (ITFF).

È però, sull’onda di passione che nutro fin dai tempi del Liceo Classico per gli studi umanisti, per il mondo delle emozioni e per una visione di tipo olistico, che approdo a un modello di psicoterapia secondo l’orientamento integrato umanistico e bioenergetico; un approccio nato dal connubio tra due correnti di pensiero, sviluppatesi dagli anni cinquanta in poi, la psicologia umanistica – esistenziale e la terapia corporea. Dal 2017, pertanto, mi occupo anche d’interventi di psicoterapia volti a migliorare la qualità della vita mediante la ricerca e la valorizzazione delle risorse interne, abbracciando un ventaglio di strumenti variegati che aiutano a liberarsi dallo stress e dalle tensioni muscolari croniche, amplificando la consapevolezza, l’espressione e la padronanza di sé, promuovendo lo stato di vitalità dell’intero organismo. In quegli anni, scopro l’importanza del contatto in sincronia con la respirazione attraverso lo studio del “Massaggio bioenergetico ©” e del “Grounding massage ©”, entrambi ideati dallo Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo Francesco Padrini, precursore delle teorie di Wilhelm Reich, Psichiatra e Psicanalista austriaco, e di Alexander Lowen, Psicoterapeuta e Psichiatra statunitense. Si tratta di due metodologie di riequilibrio psicofisico personalizzate che ricorrono a manovre applicative specifiche secondo la biotipologia della persona. È così che, attraverso il contatto delle mani, avviene il mio incontro con il “Reiki”, un antico metodo riscoperto, tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, dal monaco cristiano giapponese Mikao Usui. La parola “Reiki” indica la connessione tra “rei”, l’energia vitale dell’universo, e “ki”, l’espressione individuale di questa stessa energia, chiamata anche “chi” dai cinesi, “prana” dagli indiani, “libido” da Sigmund Freud e “orgone” da Wilhelm Reich. Essendo il “Reiki”una metodologia naturale, esso non può e non intende in alcun modo, sostituire l’importante funzione diagnostica e terapeutica della medicina, della psicologia e della psichiatria, ma se praticata come supporto in sinergia con le cure ufficiali induce a un profondo rilassamento fisico, emozionale e mentale.

Dal 2018, occupandomi di donne vittime di violenza, mi avvicino a una formazione specifica sul delicato tema del disagio sperimentato in seguito a eventi traumatici e stressanti specializzandomi nell’approccio psicoterapico interattivo e standardizzato “EMDR” (Eye Movement Desensitization and Reprocessing – Desensibilizzazione Rielaborazione attraverso i movimenti oculari) che ha come cornice teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing – Elaborazione Adattiva dell’Informazione). Il ricordo traumatico prima è desensibilizzato per la sua carica emotiva negativa, poi è rielaborato in una prospettiva positiva ottenendo un sollievo del sintomo. I movimenti oculari riattivano il nostro sistema innato e naturale di elaborazione dell’informazione affrontando e superando esperienze pesanti, stressanti, traumatiche che potrebbero dare origine a molte disfunzioni.

Nel 2020, presso l’Istituto A.T. BECK Terapia Cognitivo – Comportamentale di Roma, scelgo di approfondire i miei studi sul trauma mediante il master intitolato “Guarire il trauma: valutazione, relazione terapeutica e trattamento del trauma semplice e complesso”.

Al centro del mio lavoro c’è il prendersi cura del singolo, della coppia coniugale e genitoriale, della famiglia, del gruppo e delle organizzazioni, dall’adolescente all’adulto, progettando percorsi su misura che favoriscono lo sviluppo, il cambiamento e l’autorealizzazione.

Tra le mie risorse più apprezzabili c’è “il sentire col paziente”, ossia il dono dell’empatia che alimenta costantemente il mio impegno nell’aiutare la persona a riconoscere e gestire le dinamiche della propria sofferenza creando modi nuovi e più maturi di porsi in relazione con se stessa e, di conseguenza, con gli altri nel mondo.

Dopo aver intrapreso più di un percorso personale di psicoterapia, sono giunta alla consapevolezza che la differenza non la fa un modello rispetto a un altro, ma il terapeuta, un professionista che per me oltre alla competenza nel settore deve essere caldo, vivo, accogliente e in grado di entrare in una risonanza tale col paziente da non avere paura di toccare il suo dolore, rischiando insieme.

Secondo il pensiero della poetessa e traduttrice Livia Chandra Candiani, “un bravo terapeuta dovrebbe essere come un abile poeta: avere una certa innocenza, mancanza di cinismo, capacità di ascoltare, di sentire il corpo e tutto quello che in esso risuona; invitare, inoltre, l’altro in uno spazio di sentire comune, fatto di silenzi e di attese, aspettando umilmente senza mai scavalcare il vuoto e lo smarrimento”.

Oltre alla mia professione, credo nel valore della famiglia e nel potere degli abbracci, adoro la natura e gli animali; nutro una forte passione per l’arte e il restauro, in particolare per l’antica tecnica giapponese “Kintsugi” o “Kintsukuroi” che mette in risalto l’essenza della resilienza. Pertanto, un oggetto che si rompe può rinnovarsi proprio grazie alle sue fratture tenute insieme da trame di oro che lo rendono unico e prezioso; un po’ come accade in terapia quando il terapeuta guida il paziente a recuperare ciò che sembra perduto prendendosi cura delle ferite e valorizzando le cicatrici.